Paul Caponigro

Boston (USA), 1932
Paul Caponigro si avvicina negli anni ’50 alla cerchia dei fotografi della West Coast. Nel 1958 incontra Minor White, divenendo subito suo assistente, oltre che ospite alla residenza di Rochester e protagonista di una personale da lui stesso curata alla George Eastman House. Sempre più proiettata in una dimensione spirituale, la sua fotografia si spinge a riflettere sulla natura stessa delle immagini, concepite come anello di congiunzione tra la realtà esterna impressionata sulla pellicola e l’universo interiore del fotografo. Gli scatti di Caponigro – sia quelli ravvicinati di piante e fiori del periodo newyorchese sia quelli successivi dei boschi del Massachusetts e dei siti celtici d’Irlanda – sperimentano la possibilità di andare oltre l’apparenza della rappresentazione, ricercando le tracce della natura trascendente del mondo. Per Caponigro la fotografia scaturisce sempre dall’interazione con l’oggetto rappresentato: sospese da ogni dato temporale, le sue immagini sono pervase da un senso di mistero, frutto di una pratica lenta e silenziosa basata su un profondo ascolto dei luoghi e sull’armonia con i propri ritmi interiori.
(tratto da: Fondazione Fotografia Modena)

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